The Right Hand of God - Vol. 2
La Destra Religiosa americana, dalla Moral Majority al Christian Nationalism
In questa seconda parte vedremo la storia recente della Religious Right e cercheremo di capire cosa sia il Christian Nationalism, in cosa sia in continuità e in cosa invece differisca dalla Destra Religiosa storica. Potete leggere la prima parte qui.
Tre Fermoimmagine.
Un’indagine del PRRI Public Religion Research Institute del 2023 ha rilevato che oltre la metà degli elettori Repubblicani ritiene che gli Stati Uniti dovrebbero essere una nazione rigidamente Cristiana. Il 21% si identifica con il Nazionalismo Cristiano e il 33% simpatizza. A livello nazionale, queste posizioni sono minoritarie: rispettivamente il 10% e il 19% degli Americani si identifica o simpatizza con il Christian Nationalism (CN). Ma un sondaggio del 2022 del Pew Research Center mostrava che il 45% degli Americani crede che gli Stati Uniti dovrebbero essere una Nazione Cristiana, pur con visioni diverse su cosa significhi, e i due terzi pensano che le Chiese dovrebbero evitare la politica.
Come abbiamo visto in passato, alcuni esponenti del Partito Repubblicano non sono d'accordo. Lauren Boebert, deputata del Colorado, afferma che "La Chiesa dovrebbe guidare il governo. Il governo non dovrebbe guidare la Chiesa”. Per lo Speaker della Camera Mike Johnson, la separazione tra Stato e Chiesa è un “termine improprio” e il Primo Emendamento un “malinteso”. Marjorie Taylor Greene, deputata della Georgia, si definisce Nazionalista Cristiana e vende magliette con la scritta Proud Christian Nationalist. Greene ha di recente cercato di rimuovere Johnson per il suo sostegno agli aiuti all’Ucraina, ma senza successo. Secondo Religion Dispatches, potrebbero esserci segnali di spaccatura nel fronte CN. MAGA, Freedom Caucus e Repubblicani Evangelici al Congresso erano uniti, ma su questo tema si sono divisi. Greene ha dichiarato nello show di Steve Bannon che la Russia è una paladina della libertà religiosa “Questa è una guerra contro il Cristianesimo. Il governo ucraino attacca i Cristiani e giustizia i preti. La Russia non lo sta facendo; non stanno attaccando il Cristianesimo. In effetti, sembra che lo stiano proteggendo”. Ha poi attaccato Johnson per il suo sostegno al disegno di legge sul bilancio, sostenendo che “non può seguire Cristo” e definendolo “woke”…
Mike Johnson (che all’indomani della sua elezione un opinion piece del New York Times ha definito ‘The Embodiment of White Christian Nationalism in a Tailored Suit”), ha esposto fuori dal suo ufficio, accanto a quella Americana e a quella della Louisiana, la bandiera nota come Appeal to Heaven Flag. Inizialmente un simbolo del “diritto alla rivoluzione armata di fronte alla tirannia” durante la Guerra d'Indipendenza, secondo il Tow Center della Columbia, nel 2013 è stata cooptata dal Pastore Dutch Sheets della Carolina del Sud per servire come emblema della sua iniziativa cristiana volta a “riunire una rete di credenti al servizio di Cristo nelle cariche pubbliche”. Sheets ha chiamato questa iniziativa Appeal To Heaven. Uno dei principi centrali di questo movimento è il nazionalismo cristiano. La bandiera è di fatti divenuta uno dei simboli del CN e di uno dei movimenti che vedremo in questa newsletter, il New Apostolic Reformation.
L’INDUSTRIA DEI MEDIA EVANGELICI
Uscito lo scorso febbraio, il documentario "God & Country", diretto da Dan Partland e prodotto da Rob Reiner, esplora il tema del Christian Nationalism con un approccio interessante. Riunisce infatti intellettuali, studiosi, giornalisti, commentatori e pastori che si riconoscono come Evangelici, ma che offrono voci critiche sulle derive contemporanee, sia nel campo religioso sia nelle sue appendici politiche. Questi insider sono in grado di contestualizzare e raccontare determinati aspetti di quell’area con una prospettiva peculiare. Nel documentario David French, editorialista conservatore del New York Times, afferma: "La gente spesso mi chiede di spiegare la MAGA Christianity e io rispondo sempre: 'Se tu fossi immerso nel mondo in cui loro sono immersi, indosseresti anche tu un cappellino rosso'".
Quando parliamo della base di riferimento della destra religiosa, non dobbiamo pensare soltanto a congregazioni e comunità religiose che si riuniscono nei luoghi di culto o partecipano ad attività pastorali. Quella Evangelica è una minisocietà all'interno (o al di fuori, a seconda di come lo si vuole interpretare) della società generale, e questo fenomeno è particolarmente evidente nei media. Come osserva nel documentario la storica Kristin Kobes Du Mez, autrice del libro "Jesus and John Wayne. How White Evangelicals Corrupted a Faith and Fractured a Nation" e cresciuta in una famiglia cristiano evangelica, l'evangelismo può rappresentare per molti una realtà totalizzante che permea ogni aspetto della vita, anche e soprattutto dal punto di vista mediatico e informativo. I network cristiani dell’informazione e dell’intrattenimento non solo rappresentano potenze economiche, ma costituiscono anche l'orizzonte culturale di intere comunità. Kobes Du Mez racconta di essere cresciuta negli anni Ottanta e Novanta ascoltando esclusivamente musica cristiana e consumando solo prodotti culturali cristiani, rimanendo completamente isolata dalla cultura pop dell'epoca.
Non parliamo di piccole nicchie fondamentaliste, ma di ampi settori della popolazione, che naturalmente offrono gamme di posizioni e idee differenti tra loro. L'industria dei media cristiani è in ogni caso enorme e pervasiva, e rimane invisibile a gran parte dell'America. Non si parla di FOX, ma di imperi mediatici con programmazioni TV e radio 24/7, interamente plasmate in senso cristiano. Le origini di questi imperi risalgono alle origini stesse della destra religiosa e alla crescita del mondo evangelico negli anni Sessanta e Settanta, come abbiamo visto nella prima parte questa Newsletter.
Negli anni Settanta, la New Right e la Religious Right unirono le forze, integrando posizioni teologiche e ideologiche diverse, per creare un nuovo Partito Repubblicano, che ha mantenuto la sua influenza fino a oggi. Questa fusione preludiò a un progetto più ampio di creazione di nuovi nemici e nuove linee di divisione all’interno della società. I conservatori idearono strategie per aggirare i media mainstream, ritenuti ostili, utilizzando vecchi media come la radio e innovando con nuove tecniche. Gli architetti della Nuova Destra Religiosa sfruttarono la diffusione dei media per promuovere i "valori della famiglia", creando associazioni per il “controllo” dei media e una propria programmazione alternativa. Pat Robertson, leader della Christian Coalition negli anni Novanta, fu un pioniere in questo campo: nel 1961 iniziò a trasmettere programmi religiosi e, nel 1977, acquistò un canale locale che rinominò Christian Broadcasting Network (CBN). Sebbene Robertson evitasse spesso il termine, creò una nuova e potente forma di trasmissione religiosa, il "televangelismo", che trasformò rapidamente il panorama dei media radiotelevisivi. Molti seguirono il suo esempio: Jim e Tammy Faye Bakker, che iniziarono su CBN, lanciarono prima la rete satellitare Trinity Broadcasting Network (TBN) e poi la Praise the Lord (PTL). Ma la portata della comunicazione conservatrice e religiosa non si limita al televangelismo, sebbene questo rimanga un fenomeno enorme—su cui torneremo.
TBN è oggi il più grande network televisivo cristiano e uno dei conglomerati mediatici più vasti al mondo in termini di stazioni; K-Love e Salem Group sono tra i maggiori gruppi di stazioni radio al mondo; e si tratta di realtà enormemente seguite e influenti, ma esclusivamente per una parte del Paese. Negli ultimi anni, alla TV e alla radio si sono affiancati influencer e podcaster che intercettano le fasce più giovani della popolazione. Questi prodotti culturali, anche quando non sono esplicitamente politici—e magari nemmeno esplicitamente religiosi— promuovono comunque un certo tipo di approccio e una specifica agenda e plasmano l’immaginario condiviso di una comunità.
E soprattutto, e in maniera crescente, almeno in alcuni segmenti portano avanti una retorica violenta, aggressiva e polarizzante. Rob Schenk, pastore evangelico e ex leader pro-life, ha evidenziato come si tratti di un circolo vizioso: accendere gli animi, provocare paura e rabbia crea coinvolgimento, attivismo e porta anche a contribuire finanziariamente. Più il movimento cresce, più necessità economiche ha, più la necessità di aumentare quella paura e rabbia cresce: “Ma ora la situazione è fuori controllo. Abbiamo creato Cristiani terrorizzati dal mondo esterno". “Conservative talk is better than Christian preaching”, nota Phil Vischer, autore e disegnatore conservatore, tanto che per molti è diventato difficile distinguere tra ciò che è conservatore e ciò che è cristiano. L'indignazione propagata dai mass e social media sta modellando le vite di milioni di Cristiani Americani più di quanto non facciano le chiese e sebbene la maggior parte dei Cristiani conservatori non sia estremista, questo tipo di narrazione comunque “fa audience”. È su questo terreno che si è innestato un discorso esplicitamente violento e muscolare, amplificato dai media. Questo approccio non solo alimenta la paura, ma promuove una visione del mondo che vede l'esterno come una minaccia costante, rafforzando ulteriormente la polarizzazione e il senso di isolamento tra le comunità cristiane conservatrici.
IL TURNING POINT DEL 6 GENNAIO 2021
In God&Country, Doug Pagitt, pastore evangelico e attivista, afferma che i nazionalisti cristiani sono stati i principali organizzatori dell'insurrezione del 6 Gennaio. Coloro che assaltarono il Campidoglio avevano con sé bandiere e effigi cristiane di vario genere, più o meno rivisitate. Un manifestante aveva un cartello raffigurante Gesù con un cappello MAGA mentre un altro ha recitato una preghiera dopo aver invaso l’aula del Senato, ringraziando per essere circondato da "patrioti che amano Cristo".
Quel che è certo è che gli eventi di quel giorno hanno mostrato come l'alleanza tra Trump e i suoi sostenitori cristiani ha trasformato radicalmente non solo la religious right, ma anche larghi settori del Partito Repubblicano. E lo stesso Trump, che pure si era inizialmente mostrato ambivalente nei confronti degli assalitori, negli ultimi mesi ha incontrato i rivoltosi e le loro famiglie, esprimendosi a loro favore e contro le innumerevoli condanne che in questi anni hanno cominciato a fioccare nei loro confronti, sostenendo che fossero stati trattati ingiustamente e che con la sua elezione le cose “si sarebbero rimesse a posto”.
Nonostante alcuni sostenitori di Trump mettano l'identità cristiana al centro della loro azione, altri risultano più difficili da classificare. Jake Angeli, noto come lo Sciamano QAnon, si era precedentemente dichiarato parte di una "forza occulta". Durante la sua preghiera al Campidoglio, ha ringraziato Dio per la "divina, onnipresente luce bianca di amore e protezione, pace e armonia", utilizzando un linguaggio tipico degli spiritualisti contemporanei. Questo mix di cristianesimo e spiritualità moderna riflette una tensione all'interno del movimento, dove figure come Angeli possono essere percepite come simboli perfetti di un'ideologia che, pur richiamandosi all'eredità cristiana, non è strettamente definita dalla fede cristiana tradizionale.
Se l’etichetta nazionalismo cristiano era dunque usato in passato per indicare gruppi di estremisti isolati, oggi indica una forza decisiva in una società americana crescentemente divisa. Si tratta, tuttavia, di una vasta costellazione di movimenti, gruppi e correnti. È importante sottolineare alcuni punti chiave: Nazionalismo Cristiano indica un movimento orientato politicamente più che religiosamente. Ciononostante, esso è evidentemente radicato in un certo ambiente religioso. Questo contesto è in parte diverso rispetto alla tradizionale destra religiosa: in particolar modo, movimenti legati esplicitamente al Pentecostalismo e a certi aspetti della sua teologia di stampo carismatico, dominionista e apocalittico hanno acquisito maggiore rilevanza oggi.
Le idee che costituiscono il nucleo di queste correnti e che sono divenute il fulcro di quello che viene oggi definito CN, erano considerate estremamente marginali fino a meno di dieci anni fa. Tuttavia, intorno all'elezione di Trump hanno cominciato a penetrare negli ambienti della destra religiosa, approfittando di quel periodo di crisi descritto da Fitzgerald, coinciso con l'amministrazione Obama. Questi movimenti hanno guadagnato terreno e sono diventati non solo predominanti all'interno della destra cristiana, ma anche estremamente influenti nel Partito Repubblicano. La sfiducia dello Speaker della Camera McCarthy e la nomina di Mike Johnson è stata forse la sanzione ufficiale o quanto meno più plateale del loro peso nel Partito.
CHRISTIAN NATIONALISM TRE RELIGIONE, CULTURA E IDENTITà
I sociologi Andrew Whitehead e Samuel L. Perry descrivono il nazionalismo cristiano come “un quadro culturale che offusca le distinzioni tra identità cristiana e identità americana, considerando le due strettamente correlate e cercando di rafforzare e preservare la loro unione”. Ma non tutti coloro che soddisfano la definizione rivendicano l’etichetta di “nazionalista cristiano”, e alcuni che lo fanno sono appena riconoscibili come cristiani tradizionali. Il contenuto ideologico esplicito del nazionalismo cristiano riguarda visioni specifiche dell’ identità storica, preminenza culturale e influenza politica del Cristianesimo negli Stati Uniti. Ma, altrettanto importante, contiene anche contenuti ideologici spesso impliciti. Questi hanno a che fare con un’ambiguità circa la relazione tra identità religiosa (cristiana, preferibilmente protestante) con razza (bianca), origine (nato negli Stati Uniti), cittadinanza (americana) e ideologia politica (conservatrice sociale e fiscale). Il nazionalismo cristiano, quindi, fornisce un complesso di ideali, valori e miti espliciti e impliciti, una “struttura culturale” in cui riconoscersi e con la quale muoversi in una società che gli appartenenti riconoscono come radicalmente altra.
In ultima istanza, il nazionalismo cristiano conferisce una sanzione divina all'etnocentrismo e al nativismo. I soggetti intervistati da Whitehead e Perry che sostenevano di riconoscersi nel CN affermavano anche di dubitare che gli immigrati o i non anglofoni potessero mai essere "veramente americani" ed erano più inclini di altri gruppi a credere che "i musulmani e gli atei detenessero valori moralmente inferiori". In un’altra indagine condotta da Perry con Philip S. Gorski per il loro libro "The Flag and the Cross White Christian Nationalism and the Threat to American Democracy”, più di un quinto di coloro che desideravano che il governo dichiarasse gli Stati Uniti una "nazione cristiana" si descriveva anche come "secular" o seguace di una fede non cristiana. "Cristiano", quindi, sta diventando in questi movimenti e aree più un'identità ancestrale che una fede. Ciononostante, questi gruppi continuano a evocare quell’immaginario cristiano, spesso distorcendolo poiché non vi è un forte attaccamento né una conoscenza approfondita. Come abbiamo menzionato nel numero Your Own Personal Theocrat, un’indagine del Pew ha rilevato come gli Americani bianchi che esprimono opinioni positive su Trump, hanno maggiori probabilità di aver cominciato a identificarsi come Evangelici durante la sua presidenza: molti sostenitori di Trump hanno cominciato a dichiararsi Evangelici poiché sostenevano Trump, non viceversa, e questo nonostante tra i protestanti Evangelici bianchi che hanno una visione favorevole di Trump, solo il 9% lo consideri religioso.
LE MOLTE ANIME DEL CHRISTIAN NATIONALISM
Il Washington Post ha individuato sei aree o reti informali che possono essere considerate parte del CN.
God-and-country conservatives Questo segmento della popolazione conservatrice sostiene un presunto fondamento cristiano degli Stati Uniti, secondo la visione dei Padri Fondatori. Si tratta di quel 45% rilevato dal Pew Research secondo cui gli Stati Uniti sono e dovrebbero essere riconosciuti come una nazione cristiana. Questo sentimento è condiviso dall'81% degli evangelici bianchi, dal 67% dei protestanti neri, dal 54% dei protestanti non evangelici, dal 56% dei cattolici bianchi e dal 36% dei cattolici ispanici.
Religious right’s old guard Personalità della cultura evangelica cristiana come Tony Perkins, leader del Family Research Council, Albert Mohler, presidente del Seminario Teologico Battista del Sud. Si concentrano principalmente sulla promozione della legislazione antiaborto e dei "valori familiari".
MAGA/QAnon Questa si spiega da sola.
The extremely online. Personaggi come conduttore del talk show digitale "America First", Nick Fuentes, che nel 2022 ha cenato a Mar-a-Lago con Trump e Kanye West, questo movimento si distingue per la retorica antisemita e suprematista bianca. Anche Andrew Torba, fondatore del social network di estrema destra Gab, rientra in questa categoria. Ha recentemente lanciato quello che Rolling Stone ha definito un "Nazi Chatbot": un'intelligenza artificiale con cui è possibile conversare con Hitler e altri personaggi simili, nonché con negazionisti dell'Olocausto.
Trump prophets Su questo torneremo a breve: autoproclamati profeti che sostengono che Trump sia stato scelto da Dio per essere presidente degli Stati Uniti. Tra i più noti ci sono Lance Wallnau, Mark Burns, il pastore Che Ahn, il Rev. Mario Bramnick della New Wine Ministries Church in Florida, il pastore Dutch Sheets della Carolina del Sud.
Patriots and theocrats Dopo il 6 gennaio, i Proud Boys hanno mostrato un aumento delle tendenze nazionaliste cristiane, aggiungendo sempre più preghiere e altre espressioni religiose alla loro etica di patriottismo e ipermascolinità. In Idaho, alcuni membri del Patriot Front, arrestati a giugno con l'accusa di aver pianificato una rivolta durante un evento del Pride, hanno mostrato legami con il pastore, provocatore ed ex parlamentare dello stato di Washington Matt Shea.
Questa panoramica coglie aspetti politici e culturali, ma è utile affiancarla con una mappatura delle realtà più propriamente religiose, pur con le loro declinazioni politiche. Oggi, questi movimenti sono principalmente di stampo pentecostale e carismatico.
Il Pentecostalismo, come l'Evangelismo, emerge tra XIX e XX secolo in reazione alle carenze teologiche e spirituali percepite nel Protestantesimo Mainline. Condividono credenze fondamentali come l'autorità della Bibbia, l'importanza della conversione personale o dell'esperienza born again e un focus sull'evangelizzazione. Tuttavia, il Pentecostalismo si distingue per l'accento sul battesimo dello Spirito Santo e sulla manifestazione dei doni spirituali, come il dono delle lingue, la profezia e la guarigione divina. Gli aderenti al Pentecostalismo non si riconoscono in un insieme fisso e condiviso di credenze e il movimento non è vincolato da una denominazione particolare. Secondo studi del 2014, circa il 4,5% degli adulti Statunitensi appartiene a denominazioni pentecostali, ma i numeri esatti possono essere difficili da ottenere. Inoltre, i Pentecostali possono essere trovati in una varietà di altre chiese, dalle congregazioni non denominazionali ai gruppi cattolici carismatici. Nel complesso, il Pentecostalismo è considerato un ramo dell'Evangelismo, con enfasi teologiche e pratiche spirituali distinte, ma condividendo molte caratteristiche con l'ampia tradizione evangelica. Molte chiese e denominazioni pentecostali si considerano parte del movimento evangelico, pur mantenendo la propria identità e spiritualità unica. Oggi, Pentecostali ed Evangelici difficilmente appaiono diversi gli uni dagli altri nella politica nazionale, e i termini sono spesso usati in modo intercambiabile. Ma in alcune componenti dell’attuale destra religiosa, elementi smaccatemene riconducibili a questo alveo teologico svolgono un ruolo cruciale.
In particolare sono tre gli aspetti su cui vorrei soffermarmi: un’ideologia o orientamento pseudo-teologico, un movimento religioso con forte orientamento politico e una serie di convention politiche con smaccati accenti religiosi. A questi movimenti appartengono figure centrali come Lance Wallnau, Doug Mastriano e Dutch Sheets.
1. Seven Mountains Mandate
Anche noto come Seven Mountains Dominionism o 7M, è più una corrente di pensiero che un movimento formalizzato ed è abbracciato da diversi gruppi, derivando dal Pentecostalismo e dai movimenti cristiani carismatici. Coloro che vi si riconoscono sostengono che abbia avuto origine nel 1975, quando tre predicatori avrebbero ricevuto il messaggio divino di “invadere” e “conquistare” tutte le sfere della società in nome della cristianità, identificate con sette montagne: religione, famiglia, governo, affari, istruzione, media, arte e intrattenimento. In questo senso, il 7M rappresenta una forma di Dominionismo, una concezione sorta nella seconda metà del 900 e collegata a sua volta ai revivals pentecostali e carismatici, basata sull’idea che tutti gli ambiti della vita debbano essere ricondotti a una visione biblica globale del mondo. Fino a un paio di decenni fa, il 7M era considerato un movimento così marginale che nessun esponente politico vi si sarebbe avvicinato. Tuttavia, il movimento delle Sette Montagne ha preso piede all'inizio del nuovo millennio, soprattutto grazie all'operato di personaggi come Lance Wallnau, stratega e ‘profeta’, protagonista della campagne elettorali di personaggi come Boebert e Greene. 7M oggi è vicino al centro dell'operato del Partito Repubblicano: alla conferenza Road to Majority, uno dei maggiori eventi del conservatorismo cristiano statunitense organizzato dal Faith and Freedom Coalition (movimento fondato dall’ex Executive Director della Christian Coalition per fare da ponte tra Tea Party e movimenti evangelici), negli ultimi anni interi panel sono stati dedicati esplicitamente ai principi e all’ideologia del Seven Mountains Mandate. Wallnau è attualmente impegnato a girare il paese con The Courage Tour, iniziativa elettorale in favore di Trump, con la quale Wallnau sostiene di star conquistando una delle sette montagne, quella de governo. Al 7M sono collegate personalità come l’ex deputata Repubblicana Michele Bachmann e Paula White, la consigliera spirituale di Trump diventata celebre, tra le altre cose, per un video in cui parla in lingue per invocare la rielezione nel 2020. Anche lo speaker della Camera, Mike Johnson, è vicino al movimento delle Sette Montagne.
2. New Apostolic Reformation
E come abbiamo visto in apertura, Johnson non nasconde la sua vicinanza a questi movimenti. Ha esposto fuori dal suo ufficio la bandiera dell'Appeal to Heaven, utilizzata dal movimento noto come New Apostolic Reformation (NAR). Il NAR rappresenta uno dei movimenti più significativi nell’ambito del CN, e fa riferimento al 7M e al Dominionismo. il The Atlantic l’ha definito nel 2022 “the fastest-growing segment of Christianity in the country” nonché uno dei motori centrali dell’elezione di Trump e la forza che ha radicalizzato la destra religiosa negli ultimi anni. Il NAR rappresenta un vasto ecosistema di leader che si definiscono apostoli e profeti (tra questi i già menzionati Lance Wallnau e Dutch Sheets) e affermano di ricevere rivelazioni dirette da Dio. Le sue congregazioni si possono trovare in tutto il paese. Il termine "New Apostolic Reformation" è stato coniato solo nella metà degli anni Novanta da Charles Peter Wagner, missionario e docente al Fuller Theological Seminary di Pasadena, California. Questo termine indica movimenti pentecostali e carismatici attivi dagli anni Settanta, ma a cui Wagner ha dato una nuova connotazione, meno focalizzata sulla battaglia individuale contro il male e più incentrata sull'idea di "guerra spirituale" (Spiritual Warfare) contro demoni territoriali legati a specifiche aree geografiche, da combattere a livello comunitario. I predicatori NAR credono che ai leader della chiesa sia stata data autorità spirituale sulle nazioni cristiane. Il concetto di Spiritual Warfare è divenuto in maniera crescente presente nel linguaggio corrente dell’attuale destra religiosa, rappresentando un chiaro e diretto collegamento, almeno a livello di suggestione, con questi movimenti. Tra gli esponenti repubblicani più radicali vicini al NAR vi è Doug Mastriano. Senatore statale della Pennsylvania e (a sorpresa) candidato governatore per il partito alle elezioni del 2002 (perse), Mastriano aderisce a QAnon, ha incitato alla rivolta del 6 Gennaio e abbraccia teorie negazioniste e cospirazioniste di ogni genere.
3. ReAwaken America
E Mastriano, così come Wallnau sono tra i protagonisti del ReAwaken America Tour nato nel 2021 ad opera dell’imprenditore e cospirazionista Clay Clark e del Generale Michael Flynn, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Trump, dimessosi dopo tre settimane perché accusato di aver mentito all’FBI sui contatti con la Russia. Sponsorizzato dal NAR tramite il suo organo Charisma News, ReAwaken nasce come protesta nei confronti delle iniziative per contenere il Covid, ma è divenuto nel tempo “la celebrazione itinerante del lato spirituale del trumpismo”, come l’ha definito The Nation. Per Stewart, che ha partecipato a diverse tappe lo scorso anno, il ReAwaken America Tour è “il luogo in cui verità e ironia muoiono di fronte a porzioni di paranoia grandi quanto una megachurch. È il tipo di posto in cui le persone ti dicono con la faccia seria: "Non lasciare che ti mettano il microchip".
L’immaginario e il linguaggio propri di questi movimenti—apocalittici, carismatici, messianici—sono divenuti componente centrale del sostegno a Trump. Se il supporto più acceso a Trump si manifesta con alti livelli di fanatismo, è anche perché almeno in parte è radicato in questo immaginario. Un messianismo secolare che poco ha a che vedere con la religious right tradizionale—ma che pure da essa si è evoluto. “I am the chosen one” dice Trump spesso in tono profetico, e molti altri ne sono convinti. Spiritual warfare, Trump come anointed by God, novello Ciro, l’imperatore infedele scelto da Dio per salvare il suo popolo: la retorica del sostegno a Trump è intrisa di queste immagini, come abbiamo visto in Your Own Personal Theocrat. E considerato che, ultimi dati alla mano, tra il 43 e il 46% degli Americani dichiara oggi che voterebbe per Trump, pur ammettendo che coloro che si riconoscono nelle componenti più radicali del MAGA siano solo una parte, si tratta comunque di una realtà importante e, soprattutto, della realtà che in questa fase rappresenta il volto più visibile del Partito Repubblicano.
LA RELIGIOUS RIGHT, SUL LUNGO PERIODO…
“Quarant'anni fa, quando posizioni opposte su certe questioni culturali erano presenti in entrambi i partiti, la destra religiosa poteva essere vista come un movimento trasversale. Oggi ha più senso considerare il Partito Repubblicano un mero contenitore di un movimento radicale che nega all'altro partito una legittima pretesa al potere politico.”
Così la giornalista Katherine Stewart nel suo libro del 2020 The Power Worshippers. Inside the Dangerous rise of Religious Nationalism. Pur rappresentando il CN una minoranza della popolazione, continua Stewart, la sua influenza sulla politica è sproporzionata, poiché può contare su strutture sociali e culturali che hanno decenni di storia alle spalle e queste strutture sono in grado di mobilitare risorse, interesse e in ultima istanza voti in maniera altrettanto sproporzionata alla media. “In un paese in cui dal 40 al 50% delle persone non vota, non è necessaria la maggioranza per dominare un ciclo elettorale. Basta una minoranza sproporzionatamente attivata, motivata e organizzata”.
Come abbiamo visto, per molti osservatori la religious right, dopo almeno un decennio di difficoltà e trasformazioni, sarebbe definitivamente morta proprio con l’elezione di Trump. La politologa Joanna Tice Jen, aveva scritto il 7 novembre 2016, il giorno prima delle elezioni presidenziali che avrebbero incoronato Trump, che gli Evangelici stavano profondamente cambiando, in ragione di delusioni politiche e trasformazioni demografiche: la vecchia guardia stava uscendo di scena e i giovani tendevano a essere più progressisti o quanto meno moderati. Questo aveva prodotto uno scollamento tra quello che rimaneva della destra religiosa, ormai poco più che una frangia interna al Partito Repubblicano che solo nominalmente portava avanti battaglie come quella contro l’aborto, e la storica base di riferimento che non solo non si fidava più di quella classe dirigente, ma non ne condivideva nemmeno gli ideali. In questo senso dunque, per Tice Jen, la destra religiosa era finita: il movimento evangelico era ormai diviso tra una minoranza motivata dal “codice culturale” evangelico (supremazia bianca, ruoli di genere prescritti e omofobia) che porta avanti gli ideali delle chiese evangeliche della seconda metà del ventesimo secolo e della destra religiosa, e una crescente componente di under 40 destinati a prendere il controllo, che credevano nella teologia evangelica e stavano svoltando a sinistra.
Quasi una decade dopo, “White evangelical Christians show no signs of backing away from Donald Trump”, notava NPR in Gennaio quando le Primarie Repubblicane cominciavano ad apparire chiuse prima ancora di cominciare. Se nelle prime tornate delle primarie, ad esempio in Iowa (Stato con un forte elettorato evangelico) Trump aveva già ottenuto oltre la metà delle preferenze degli Evangelici bianchi—pur se in corsa c’erano ancora tutti gli altri candidati, su tutti Ron De Santis—secondo dati della CBS, in diversi stati che hanno votato nel Super Tuesday, Trump si è aggiudicato il voto degli Evangelici Bianchi in proporzioni che vanno dai tre quarti agli 8 su 10, dati in linea con i risultati delle elezioni 2016 e 2020.
Rivisitando il suo articolo lo scorso aprile, Tice Jen ha corretto il tiro, evidenziando come l’attivismo religioso di destra si sia risvegliato con Trump e sia divenuto ancor più radicale e aggressivo, rafforzando i legami tra Evangelici Bianchi, nazionalismo e suprematismo bianco. Ciononostante, secondo la politologa il dato dell’invecchiamento della popolazione evangelica resta: tra gli Americani di età pari o superiore a sessantacinque anni, il 18% sono Evangelici Bianchi, rispetto solo al 9% degli Americani di età compresa tra diciotto e ventinove anni e dunque sul lungo periodo il destino di questa destra religiosa radicale sarebbe in ogni caso segnato. Ma come diceva qualcuno, sul lungo periodo saremo tutti morti...
Senza contare che, come nota il pastore ed ex attivista pro-life Rob Shenk, gli enormi finanziamenti che questo blocco politico-religioso è arrivato a raccogliere con lo scopo di ribaltare Roe v. Wade non smetteranno di arrivare dopo la sentenza del 2022, per svariate ragioni. E cosa andranno a finanziare quei soldi come prossima battaglia è tutto da vedere.
Qualche link alle fonti.
L’indagine del PRRI sul Christian Nationalism dello scorso anno e il suo aggiornamento rilasciato in febbraio. E l’indagine del PEW Research Center
Un profilo di Lance Wallnau sul Washington Post.
Uno di Dutch Sheets su Rolling Stone.
E uno di Doug Mastriano sul New Yorker
Il libro di Katherine Stewart The Power Worshippers. Inside the Dangerous rise of Religious Nationalism.
E il reportage sul ReAwaken America.
I libri di Gorski e Perry The Flag and the Cross: White Christian Nationalism and the Threat to American Democracy
E di Whithead e Perry Taking America Back for God: Christian Nationalism in the United States
Un articolo su (e con) lo Sciamano QAnon Angeli pubblicata a gennaio da Harper’s Magazine. Un reportage di The Atlantic su alcuni aderenti al NAR
Save the Date
Ci sentiamo Domenica 2 Giugno con TGG Digest di Maggio, la rassegna stampa di The God Gap.
Nel prossimo numero della newsletter, invece, ci immergeremo nell’universo (multiverso come è stato definito) delle comunità Asiatico Americane e delle loro molte e diverse esperienze spirituali e religiose.
E intanto negli Stati Uniti…
Un po’ a sorpresa, Trump e Biden si sono accordati per confrontarsi in due dibattiti televisivi. Il primo si terrà il 27 giugno, ed è già di per sé una novità: nessun confronto tra candidati alla Presidenza si è tenuto così presto nella campagna elettorale, e mai prima della fine di settembre. E questa è solo uno degli aspetti di questi dibattiti che rompe con la tradizione, come scrive il New York Times. Cosa ci dovremo aspettare?
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