The Frenzy, the Preacher, and the Music
Il Black History Month, la Black Church e la forza della musica
In cui esploriamo la storia della piĆ¹ antica istituzione creata e controllata dagli Afroamericani.
PerchĆ© si tratta di una storia che va oltre il sagrato delle chiese, scende nelle strade col Reverendo King e i ragazzi di Black Lives Matter e sale sui palchi, con gli spirituals e lāhip hop.
Tre Fermoimmagine.
Secondoil Pew Research Center, circa il 20% degli Afroamericani non ha alcuna affiliazione religiosa. Tuttavia, la stragrande maggioranza, dichiara di credere in Dio o in una forza superiore, millennials compresi. Circa un terzo crede nel Dio della Bibbia. L'88% crede nell'anima, il 71% si considera spirituale. Secondo quasi tutti i parametri religiosi o spirituali (fede nel paradiso e nell'inferno, preghiera quotidiana) i Nones Neri sono piĆ¹ coinvolti religiosamente rispetto ad altri non affiliati.
Nel 2021 il Pew ha rilevato che tre quarti degli adulti Neri, a prescindere dalle convinzioni reliigose, ritengono che le Chiese Nere abbiano contribuito al progresso della comunitĆ verso l'uguaglianza. Il ruolo cruciale della Black Church, sia storicamente che oggi, nel movimento per i diritti civili e nell'incoraggiare resilienza e solidarietĆ , continua a essere riconosciuto dai membri della comunitĆ , che la considerano uno spazio per il sostegno emotivo, il potenziamento personale e l'attivismo.
Le ricadute sono molto concrete, come dimostra l'iniziativa, raccontata dal New York Times, delle due principali congregazioni della Georgia, la Chiesa Episcopale Metodista Africana e la Chiesa Episcopale Metodista Cristiana, unitesi per la prima volta per promuovere la partecipazione elettorale, in uno stato un cui le restrizioni al voto (voter suppression) hanno raggiunto livelli preoccupanti. Pur essendosi sempre impegnate, le due Chiese non avevano condiviso risorse e strategie, ma l'obiettivo ora ĆØ ravvivare la Black Church come motore della partecipazione in un momento in cui cresce la disaffezione per la politica. Il Vescovo Brown ha sottolineato come ānel movimento per i diritti civili, alla fine degli anni '60, c'era piĆ¹ solidarietĆ tra le Chiese. Abbiamo un po' perso vigore dopo quei progressiā. Le Chiese Nere hanno svolto un ruolo fondamentale nella mobilitazione degli elettori e continueranno a promuovere iniziative come la registrazione degli elettori nelle chiese al termine delle funzioni e la sensibilizzazione nelle comunitĆ rurali.
Il Black History Month e la Black Church
Febbraio, mese dedicato a celebrare la storia e le conquiste della comunitĆ Afroamericana negli Stati Uniti, noto come Black History Month, rappresenta un'importante occasione per riflettere sulle lotte affrontate dai Neri americani nel corso dei secoli. Istituito nel 1926 come una settimana di celebrazione, il Black History Month vuole dare riconoscimento a voci trascurate della comunitĆ Nera e educare sul loro contributo alla societĆ americana. Ć un momento per esplorare le storie dei leader come delle persone comuni che hanno lottato per l'uguaglianza, e un'opportunitĆ per onorare artisti, scienziati, innovatori che hanno lasciato un segno sulla cultura e nella societĆ .
Su queste linee guida si svolgerĆ il nostro viaggio: storia, lotta, musica. Tre dimensioni che tracciano il percorso della comunitĆ Afroamericana e convergono in una delle sue istituzioni piĆ¹ antiche e rilevanti: la Black Church. Ci faremo guidare dal lavoro dello storico Henry Louis Gates Jr. e il suo libro Black Church: This Is Our Story, This Is Our Song. Gates ha curato anche tre docuserie per PBS: Making Black America Through the Grapevine del 2022, The Black Church del 2021, e Gospel di questāanno.
Di Cosa Parliamo Quando Parliamo di Black Church
Il termine Black Church indica unāistituzione culturale e politica, oltre che religiosa, piuttosto che una specifica chiesa. In essa convergono molteplici posizioni teologiche, chiese, orientamenti. Quando parliamo di Black Church ci riferiamo quindi anzitutto a unāesperienza e al luogo in cui tale esperienza si ĆØ sviluppata. Un luogo dello spirito prima ancora che fisico. Sebbene non esista una sola Chiesa Nera o religione Nera, le varie tradizioni all'interno della religione Afroamericana convergono per narrare la storia unica di un popolo. Una storia di lotta per l'autodeterminazione e del viaggio verso la libertĆ e l'uguaglianza in una terra dove il diritto stesso di esistere ĆØ stato a lungo negato e ancora non ĆØ garantito. Insieme, queste Chiese rappresentano la piĆ¹ antica istituzione creata e controllata dagli Afroamericani. Costituiscono, dunque, una realtĆ che va oltre il semplice ruolo di luoghi di culto. La Chiesa Afroamericana rimane un pilastro significativo nella storia, cultura e vita quotidiana della comunitĆ , nonostante le divisioni su questioni sociali e di diritti come quelle riguardanti le comunitĆ LGBTQ. Questa istituzione continua a influenzare profondamente la comunitĆ anche per coloro che decidono di lasciare la Chiesa o non professano alcuna fede religiosa.
Nessuna istituzione ĆØ stata piĆ¹ cruciale per la storia, l'identitĆ e la lotta per la giustizia sociale della comunitĆ Afroamericana della Chiesa Nera. Sin dai tempi della sua nascita durante il periodo della schiavitĆ¹, la Chiesa Nera ĆØ stata il fulcro della vita religiosa, politica, economica e sociale degli Afroamericani, influenzando ogni aspetto della loro storia e mantenendo viva l'identitĆ Black, sia per i credenti che per i non credenti. Per una comunitĆ privata dei diritti civili e trascurata dalle istituzioni religiose concepite per i bianchi, la Chiesa Nera ha soddisfatto sia bisogni secolari che spirituali. Ć stata il centro istituzionale del movimento per i diritti civili: base organizzativa, leadership di predicatori e sostegno finanziario alle proteste. MaĀ la Chiesa ha anche promosso forme di espressione distintive, soprattutto attraverso la musica. Dai canti sacri dei primi schiavi agli spirituals, la musica sacra Nera ha influenzato una vasta gamma di generi: blues, jazz, rock, soul, R&B, folk, hip-hop. Le sue tradizioni musicali e linguistiche hanno permeato la cultura popolare, mentre la sua dedizione alle Scritture, esplorando concetti di liberazione, uguaglianza, redenzione, ha continuato a sfidare e ridefinire la nazione.
Composizione e Origini
Il termine Black Church si riferisce tradizionalmente a un insieme di sette importanti denominazioni nelle tradizioni metodiste, battiste e pentecostali: la Chiesa Metodista Episcopale Africana (AME), la Chiesa Metodista Episcopale Zion (AME Zion), la Convenzione Battista Nazionale, USA (NBC), la Convenzione Battista Nazionale d'America (NBCA), la Convenzione Battista Nazionale Progressista (PNBC), la Chiesa Metodista Cristiana Episcopale (CME) e la Chiesa di Dio in Cristo (COGIC). Sebbene queste denominazioni rappresentino la maggioranza, non esauriscono la totalitĆ dell'affiliazione o dellāesperienza religiosa della comunitĆ Black. Infatti, ci sono numerosi membri Neri anche tra gli Avventisti del Settimo Giorno, i Testimoni di Geova, i Cattolici, gli Episcopaliani, i Mormoni, i Musulmani, i Buddisti, gli Ebrei. Gates osserva che la realtĆ numerica sfida le nostre percezioni preconcette: ci sono piĆ¹ Afroamericani cattolici che non Musulmani e Testimoni di Geova messi insieme. Inoltre, come tutti gli americani, gli Afroamericani stanno sempre piĆ¹ allontanandosi dalla religione organizzata, anche se circa l'80% di loro, piĆ¹ di qualsiasi altro gruppo, afferma che la religione ĆØ molto importante nella loro vita nei sondaggi nazionali. Questo non sorprende considerando quanto le organizzazioni religiose siano state centrali nella storia Afroamericana.
La sua storia e il suo impatto sulla politica americana hanno radici profonde che risalgono ai secoli XV e XVI, quando gli imperi europei autorizzarono la cattura, la vendita e l'asservimento di persone provenienti dall'Africa, trasportate attraverso il "Middle Passage" verso le Americhe. Gli schiavi Africani deportati in America praticavano una vasta gamma di tradizioni religiose, tra cui spiritualismo, Cristianesimo e Islam. Di questi ultimi in particolare, solo una minoranza riuscƬ a conservare la propria fede, che venne in seguito riabbracciata nel corso del Novecento grazie ai movimenti e alle figure dell'attivismo politico come Malcolm X, insieme a numerose altre personalitĆ pubbliche.
Nei primi tempi, a seconda delle potenze coloniali (spagnole cattoliche o britanniche protestanti), le sorti furono differenti. La questione della conversione era infatti inizialmente dibattuta, poichĆ© si temeva che potesse essere moralmente inaccettabile avere schivi di fede Cristiana. Alla fine, prevalse l'idea che la differenza fondamentale che sanciva l'inferioritĆ degli schiavi fosse la loro razza, indipendentemente dalla loro fede religiosa. Il proselitismo si diffuse ulteriormente, soprattutto grazie all'opera di predicatori evangelici durante il First Great Awakening, il primo grande movimento risveglio spirituale della metĆ del XVIII secolo. La conversione divenne gradualmente un mezzo per ottenere almeno qualche miglioramento nella condizione di schiavitĆ¹. Tuttavia, l'accettazione della fede Cristiana avvenne in forme ibride e sincretiche, mantenendo un forte legame con le radici Africane. Coloro che adottarono il Cristianesimo trovarono modi per rendere propria la nuova religione, fondendo la fede dei loro oppressori con la spiritualitĆ Africana.
La musica e la danza sono elementi imprescindibili della Chiesa Nera. Un esempio di tradizione che gli Africani schiavizzati importarono dalle loro pratiche religiose ĆØ il "ring shout": canti, danze e movimenti eseguiti in cerchio, spesso accompagnati da percussioni e il battito delle mani. Questo rituale spirituale si svolgeva principalmente all'interno delle chiese durante i servizi religiosi, offrendo uno spazio di connessione comunitaria e di trasmissione di storie e tradizioni. Il ring shout rappresenta un'importante forma di resistenza culturale e di espressione identitaria per la comunitĆ Afroamericana, incarnando la forza resiliente e la perseveranza nel contesto della storia americana. Scrivendo a cavallo tra Ottocento e Novecento, il grande intellettuale e sociologo Afroamericano W. E. B. Du Bois analizzĆ² la particolaritĆ della pratica di culto nelle Chiese Nere, individuando i tre elementi portanti: the frenzy, the preacher, the music, la frenesia, il predicatore e la musica. Du Bois descrisse cosƬ il momento del ring shout come incorporato nella pratica religiosa
La Frenesia dello Shouting, del gridare, che quando lo Spirito Santo prendeva il devoto, lo faceva impazzire di gioia soprannaturale, era l'ultimo elemento essenziale della religione Nera [insieme al Predicatore e alla Musica] e quello in cui si credeva con piĆ¹ devozione. Variava nelle forme espressive: dal volto rapito in silenzio al mormorio e lamento sommessi fino alla frenesia abbandonata del fervore fisico, lo scuotere, urlare e gridare, il correre avanti e indietro e agitare selvaggiamente le braccia, il piangere e ridere, la visione e la trance. Tutto questo non ĆØ niente di nuovo nel mondo, ma vecchio come la religione, come Delfi e Endor. E cosƬ forte era la presa che aveva, che molte generazioni hanno creduto fermamente che senza questa manifestazione visibile del Dio non potesse esserci vera comunione con l'Invisibile
Come ha osservato lo storico Pierce, "Il corpo ricorda. Il corpo ricorda come adorare. Il corpo ricorda come celebrare i riti". Il "ring shout" ĆØ il gancio piĆ¹ evidente tra la religione Africana e quella Afroamericana emergente.
Gli Africani schiavizzati e gli Afroamericani, oltre a "creolizzare" il Cristianesimo con le loro tradizioni, hanno anche introdotto idee radicali di giustizia e uguaglianza nella loro religione adottiva. Mentre la Bibbia circolava nei luoghi di culto, gli schiavi apprendevano di un Dio diverso da quello predicato loro dai bianchi. Questo Dio, riflettendo il tema dell'Esodo, si schierava con gli oppressi e inviava loro MosĆØ dicendo āLet my people goā. I protestanti bianchi imposero forme di culto rigide per gli schiavi Neri, richiedendo sempre la presenza di un bianco. Gli Afroamericani, tuttavia, trovarono modi segreti per adorare Dio liberamente, creando la cosiddetta āInvisible Institutionā. Che si svolgesse nelle cabine degli schiavi di notte o in strutture improvvisate, l'istituzione invisibile era la vera Black Church: persone che non sapevano leggere memorizzavano passaggi dalla Bibbia, li interpretavano e creavano i propri sermoni.
La Prime Chiese
Mentre il numero di Afroamericani liberi aveva cominciato lentamente a crescere negli anni precedenti alla Dichiarazione d'Indipendenza, le prime istituzioni che loro, insieme a coloro che erano ancora schiavi, crearono furono proprio luoghi di culto e chiese. Una delle prime sorse a Savannah, in Georgia, ed ĆØ oggi conosciuta come la Prima Chiesa Battista Africana. Gli Afroamericani iniziarono quindi a fondare le proprie congregazioni. I battisti Neri istituirono la Convenzione Battista Nazionale USA nel 1895, che sarebbe diventata la piĆ¹ grande denominazione protestante Nera negli Stati Uniti. La Chiesa Metodista Episcopale Africana, la prima denominazione Nera indipendente, fu formalizzata nel 1816, nata dalla SocietĆ Africana Libera fondata da Richard Allen, un ex schiavo e ministro metodista, quattro anni dopo aver acquistato la sua libertĆ per 2.000 dollari, a Filadelfia nel 1787. Allen e il suo collega Absalom Jones lasciarono la Chiesa Metodista Episcopale di San Giorgio dopo che i membri bianchi avevano richiesto loro di abbandonare il piano terra e andare al balcone superiore, riservato ai fedeli Neri. La SocietĆ Africana Libera, nella quale furono seminate le radici della chiesa, enfatizzava l'autodeterminazione per i Neri liberi fornendo guida economica, culturale, sociale e spirituale, oltre che assistenza medica. Durante la febbre gialla del 1793, Allen chiese ai residenti Neri di Filadelfia di mettere da parte i loro risentimenti verso i bianchi per lavorare come infermieri, autisti di carri funebri, fabbricanti di bare e becchini per un salario adeguato.
Il Ruolo allāAlba del Novecento
Dopo la Guerra Civile e lāabolizione della schiavitĆ¹, la Black Church continuĆ² a fornire agli Afroamericani ora tutti (formalmente) liberi uno spazio per esercitare libertĆ di espressione, di movimento e di preghiera. Nel decennio successivo alla guerra civile, migliaia di chiese Nere indipendenti sorsero in tutto il Sud, unificando e sollevando una comunitĆ precedentemente divisa. Missionari provenienti dal Nord, sia Neri che bianchi, si riversarono nel Sud. Tuttavia, le denominazioni Nere presero con orgoglio il comando costruendo un'organizzazione nazionale. Con quasi il 95 percento degli ex schiavi analfabeti, l'istruzione divenne un mezzo critico per sollevare la comunitĆ Nera nei decenni successivi. La maggior parte delle prime scuole per gli ex schiavi trovĆ² sede nelle chiese Nere.
Con l'alba del ventesimo secolo, la Black Church in America - una nazione all'interno di una nazione - estese il proprio raggio ben oltre i gradini delle chiese. Una nuova generazione in ascesa adottĆ² il Vangelo in una nuova e audace lotta per la libertĆ e i diritti civili. Lanciati in un mondo in rapido cambiamento, gli Afroamericani iniziarono a migrare verso il Nord in cerca di opportunitĆ economiche e politiche. A volte, intere congregazioni migravano insieme ai loro pastori. I migranti spesso non avevano accesso ai servizi minimi, come l'assistenza sanitaria o l'occupazione, ma trovavano rifugio nella chiesa. Per questo impegno ad aiutare i propri fedeli, le chiese Nere costruirono sul telaio ampiamente noto come il Social Gospel: il tentativo del Cristianesimo di affrontare i problemi sociali ed economici, attingendo ai principi della Bibbia.
Tuttavia, nelle migrazioni verso il Nord, spesso si scontravano due realtĆ Nere diverse: quella della middle class Black giĆ consolidata e quella dei migranti del Sud, che non solo non si sentivano ben accolti, ma non riconoscevano neanche i propri suoni. In concomitanza con lāaffermarsi dell'industria discografica, i suoni distintivi delle chiese Nere del sud si diffusero. Gli artisti del blues e del jazz, formatisi all'interno delle chiese, inevitabilmente incorporavano elementi della musica religiosa Nera, mescolando i generi per creare un nuovo suono. Allo stesso tempo, le chiese Nere facevano la stessa cosa in senso opposto, sviluppando uno stile unico con innovatori del gospel che fondevano il sacro con la musica popolare. Questa dialettica tra il sacro e il secolare ha guidato l'evoluzione della musica Nera fino ai giorni nostri.
Il progresso politico e sociale osservato nelle comunitĆ Nere urbane del Nord non sarebbe giunto ai Neri del profondo Sud, intrappolati in un passato di razzismo, fino all'avvento del movimento moderno per i diritti civili. Una delle lotte piĆ¹ significative degli Afroamericani nel Sud sarebbe stata quella per il diritto di voto, che raggiunse il culmine negli anni '60. Proprio le chiese Nere, e un loro leader in particolare, si trovarono in prima linea in questa battaglia. Molti critici dei primi anni del ventesimo secolo avevano sottolineato la necessitĆ di un clero istruito e politicamente attivo. Martin Luther King Jr. incarnĆ² esattamente questo ideale.
Nella raccolta fondi per il movimento per i diritti civili, un gruppo in particolare si distinse. I Freedom Singers, fondati ad Albany, in Georgia, nel 1962 da quattro attivisti del Student Nonviolent Coordinating Committee (SNCC), divennero pionieri nel coinvolgimento della musica come strumento di mobilitazione sociale. Cordell Reagon, del SNCC, riconobbe il potere dei loro canti e reclutĆ² voci come Bernice Johnson, Rutha Mae Harris e Chuck Neblett. Il gruppo non solo raccolse fondi per il SNCC, ma portĆ² anche i canti del movimento a un pubblico piĆ¹ vasto. Questo richiamĆ² alla mente gli sforzi dei Fisk Jubilee Singers alla fine del XIX secolo, che introdussero gli spirituals a un pubblico piĆ¹ ampio e prevalentemente bianco. Bernice Johnson definƬ il gruppo come "un giornale cantato", le cui melodie comunicavano l'intensitĆ degli eventi nel Sud profondo anche a chi non era presente. Nel 1963, Harry Belafonte affittĆ² personalmente un volo per portare i Freedom Singers alla storica Marcia di Washington, dove la loro esibizione di I Want My Freedom Now rimase impressa nella memoria collettiva. L'anno successivo, durante l'estate della libertĆ nel Mississippi, un nuovo coro maschile dei Freedom Singers continuĆ² a diffondere il messaggio di emancipazione attraverso la musica. Rutha Mae Harris sottolineĆ² il legame tra i canti della libertĆ e i canti della chiesa, dimostrando come l'adattamento dei testi ai contesti di lotta avesse reso la musica un potente strumento di resistenza. Questo aspetto ĆØ stato cruciale per il movimento per i diritti civili, fornendo coraggio e solidarietĆ nei momenti di tensione e pericolo. La musica ha svolto un ruolo fondamentale, tanto da diventare una fonte di forza e protezione per gli attivisti, che spesso ricorrevano ai canti quando non avevano una strategia definita, trovando nel loro potere una guida spirituale durante le manifestazioni e le marce. Ma la musica svolse anche altri ruoli. Artisti gospel di rilievo come Mahalia Jackson non solo offrivano una base spirituale al movimento, ma anche un sostegno finanziario. "La musica religiosa," afferma Pierce, "ĆØ letteralmente ciĆ² che ha fornito al movimento per i diritti civili i mezzi finanziari per continuare. Sono stati artisti gospel come Mahalia Jackson a tenere concerti e raccogliere migliaia di dollari".
La stagione dei diritti civili, con le sue marce e decisioni cruciali come Brown v. Board of Education e il Voting Rights Act del 6 agosto 1965, promosso da Lyndon Johnson, rappresentava un passo significativo nella lotta per l'uguaglianza. Tuttavia, per King non era sufficiente se non implementato pienamente. Alla fine degli anni '60, King diede un ulteriore impulso alla lotta viaggiando intensamente e sostenendo la causa anti-Vietnam e gli operai in sciopero, prima di essere tragicamente ucciso.
L'assassinio di Martin Luther King Jr. pose fine, in modo tragico e violento, al movimento per i diritti civili degli anni '60, mettendo anche la Chiesa Nera di fronte a un bivio spirituale e politico: sarebbe stata in grado di continuare a guidare la lotta per la liberazione su nuovi e mutevoli fronti? Di fronte alla scelta tra ritirarsi dalle linee di fronte o rimanere rilevanti incorporando il crescente nazionalismo Nero, una voce emerse con una nuova prospettiva teologica che integrava il culturale, il politico e il spirituale, ridefinendo radicalmente il ruolo del Cristianesimo Nero in un'epoca rivoluzionaria. Nel 1969, James Hal Cone, ministro della AME e professore presso il Seminario Teologico Union, pubblicĆ² Black Theology and Black Power. Cone affermĆ²: "La teologia bianca ha definito la fede Cristiana in modo tale da non avere alcuna relazione con le persone Nere. La teologia Nera rappresenta un nuovo modo di considerare il legame tra la religione Nera e la lotta politica, abbracciando i principi di 'Black Is Beautiful', integrando pratiche di origine Africana." Cone ispirarĆ² una nuova generazione di leader religiosi Neri a diffondere la teologia della liberazione Nera.
La teologia di Cone si spostĆ² presto dai corridoi del seminario alla cultura pop, facendo la sua comparsa nello show televisivo Good Times nel 1974. Ambientata a Chicago, nelle case popolari dellāHousing Project Cabrini-Green, la serie raccontava le vicende della famiglia Afroamericana Evans (James e Florida e i figli J. J., Thelma e Michael) affrontando questioni come la povertĆ , il razzismo e le sfide della vita urbana.Spin-off della serie Maude, che a sua volta era uno spin-off di All in the Family, parte delle sitcom di successo degli anni '70 create da Norman Lear, Good Times affrontava argomenti insoliti per un pubblico prevalentemente bianco: giĆ nel secondo episodio, i personaggi discussero del Black Jesus. Quando il giovane Michael, nella serie, scopre un dipinto realizzato dal fratello J.J. raffigurante un GesĆ¹ Nero, decide di sostituire il tradizionale ritratto biondo e dalla pelle bianca di GesĆ¹ che adorna il muro dell'appartamento della famiglia: āentrambi sono solo simboli di GesĆ¹", spiega Michael, "una famiglia Nera dovrebbe avere un simbolo Nero". Questo gesto non manca di suscitare disaccordi in famiglia, con la madre Florida che, inizialmente, esprime perplessitĆ . L'episodio getta luce sul conflitto interno alla comunitĆ Afroamericana tra il Cristianesimo convenzionale e la teologia di Cone.
Nel contesto della lotta per l'autodeterminazione Nera e la teologia Nera, agli inizi degli anni '70, emersero altri fronti interni di revisione e critica. La teologia femminista, che guadagnĆ² rilevanza negli anni '80, rappresentĆ² una critica ai limiti del femminismo di seconda ondata. Teologhe Nere come Kelly Brown Douglas e la Reverenda Jacquelyn Grant evidenziarono come il femminismo dominato dalle donne bianche non considerasse appieno l'esperienza delle donne Nere, tre volte oppresse dalla razza, dal genere e dalla classe sociale. Questa oppressione all'interno della societĆ piĆ¹ ampia si rifletteva anche all'interno della Chiesa. Douglas e le sue colleghe posero l'esperienza delle donne Nere al centro della loro teologia.
La politica conservatrice di Reagan e degli anni '80 ha richiesto un nuovo approccio al ministero per contrastare l'influenza della Moral Majority, che integrava apertamente religione, razza e potere politico. Le Chiese Nere hanno assunto ruoli sempre piĆ¹ significativi nelle loro comunitĆ , fornendo reti di sicurezza e basi politiche. Il reverendo Jesse Jackson ha sfidato l'amministrazione Reagan sulle affermative actions e altre questioni di giustizia sociale, osservando: "Reagan ha vinto quando eravamo addormentati. Ha vinto grazie al margine della disperazione". Con la Moral Majority che mobilitava i Cristiani bianchi conservatori per votare, Jackson ha trovato modi per utilizzare il potere delle congregazioni Nere per portare lo spirito attivista di Martin Luther King direttamente nell'arena politica.
Nelle strade, si profilava un nuovo fenomeno: il sorgere di un ministero laico, con giovani Afroamericani che prendevano il microfono per esprimere le proprie voci. Secondo Michael Eric Dyson, l'hip-hop āsi appropria del microfono per amplificare il dramma urgente dello spossessamento Nero, trasformando i rapper in predicatori laiciā. Questo cambiamento ha posto sfide complesse per le chiese Nere, costrette ad affrontare una nuova generazione e nuovi stili musicali. Nel 1997, il cantante gospel Kirk Franklin ha lanciato "Stomp", con la partecipazione del rapper Salt dei Salt-N-Pepa. Questo brano ha fatto la storia diventando la prima canzone gospel a raggiungere la vetta delle classifiche Billboard R&B/hip-hop. Franklin sostiene che la musica gospel trasmette le buone novelle di GesĆ¹ Cristo, ma non tutti hanno accolto con favore "Stomp". Molti Cristiani Afroamericani lo hanno condannato, accusando Franklin di introdurre musica diabolica nella chiesa, rivelando una riluttanza generale ad abbracciare il cambiamento. Questo episodio segnala la riemersione ciclica dei conflitti intorno allāuso della musica durante il culto.
Oggi, alcune chiese incorporano l'hip-hop nei loro servizi e alcune grandi star del genere hanno introdotto il gospel nei loro album mainstream. Un esempio significativo ĆØ la Hip-Hop Church di Harlem, fondata da Kurtis Blow. Emerso sulla scena newyorkese tra anni Settanta e Ottanta, Blow ĆØ stato uno dei primi rapper ad avere successo commerciale, firmando anche il primo contratto con una major discografica. Negli anni Novanta ha cominciato a interessarsi alla pratica religiosa e di ministro e nel 2005 ha fondato la Chiesa Hip Hop presso la Greater Hood Memorial AME Zion Church di Harlem, introducendo la musica rap nei servizi di culto del giovedƬ sera. Successivamente, si ĆØ unito alla Holy Trinity ELCA di Inglewood per lanciare la Chiesa Hip Hop a Los Angeles, ma ha incontrato resistenze per quanto riguarda la musica e il linguaggio appropriati nel contesto religioso. Nonostante le controversie, i ministeri hip-hop continuano a sorgere a Los Angeles, Harlem, Chicago e Atlanta, luoghi storicamente caratterizzati da una solida classe media Afroamericana ma ora alle prese con i cambiamenti dovuti all'urbanizzazione e alla gentrificazione La fusione tra Cristianesimo e hip-hop, due forze culturali predominanti nelle comunitĆ Afroamericane, ĆØ una ulteriore manifestazione del rapporto tra musica e pratica religiosa e della capacitĆ di tale rapporto di interpretare cambiamenti e lotte. La musica ha sempre giocato un ruolo strategico nell'introduzione di nuove idee e pratiche nella chiesa, e dunque temi come gli stili utilizzati per lāadorazione o la quantitĆ di musica suonata durante un servizio, si intrecciano strettamente con complesse lotte legate a razza, genere, classe sociale, status sociale, territorio ed etĆ .
Questioni Contemporanee: BLM e Voter Suppression
Il movimento Black Lives Matter ha spinto la Black Church a riaffermare uno dei suoi principi fondamentali: tutti gli esseri umani sono figli di Dio e, per questo motivo, indipendentemente dal colore della pelle, tutti contano ai suoi occhi. Membri del clero hanno sostenuto il movimento fin dalle proteste di Ferguson nel 2014. Nel Giugno 2015, la violenza ha colpito al cuore la stessa Black Church: un dichiarato suprematista bianco ha aperto il fuoco e ucciso nove fedeli nella storica Mother Emanuel AME Church a Charleston, South Carolina, durante un incontro di studio della Bibbia. Questo attacco ha colpito nel cuore la Black Church nella sua storia, nella sua identitĆ .
Unāaltra battaglia, nuova eppure antichissima, continua a vedere le Chiese Nere impegnate in prima fila, quella per promuovere la partecipazione alle elezioni e proteggere il diritto di voto degli Afroamericani, in un momento in cui i diritti elettorali continuano a essere minacciati. Il Black Church PAC (Political Action Committee), formato nel 2016, si impegna su questioni come la soppressione del voto, ma anche l'incarcerazione di massa e la violenza armata. Il panorama delle elezioni nazionali del 2020 ĆØ stato caratterizzato dagli sforzi incessanti della Chiesa Nera per promuovere la registrazione degli elettori, la mobilitazione e la protezione contro le esplicite iniziative portate avanti in particolare dal Partito Repubblicano volte a sopprimere il voto Black. Le denominazioni Nere e le organizzazioni nazionali, come la Conferenza delle Chiese Nere Nazionali, si sono unite a gruppi per i diritti civili, incluso il NAACP. Questo impegno ĆØ intervenuto in risposta a tattiche deliberate volte a rendere piĆ¹ difficile per gli Afroamericani e i latinos esercitare il loro diritto di voto.
Le campagne condotte dalla Chiesa Nera per estendere e proteggere il diritto di voto tra gli Afroamericani risalgono agli anni successivi alla guerra civile. Attraverso forum politici ospitati nelle chiese, il clero ha educato i congreganti sulle questioni politiche e ha sostenuto candidature per incarichi elettivi. Gli sforzi moderni hanno guadagnato slancio soprattutto negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, e durante l'era del movimento per i diritti civili. La privazione del diritto di voto agli Afroamericani prima della firma del Voting Rights Act del 1965 ha portato a una grave sottorappresentazione della comunitĆ . Nel 1957, chiese e organizzazioni per i diritti civili unirono le forze per sponsorizzare la "Prayer Pilgrimage of Freedom" a Washington D.C. Questo evento, in occasione del terzo anniversario della storica decisione della Corte Suprema nel caso Brown v. Board of Education, che pose fine alla segregazione scolastica, divenne un fervente appello per il riconoscimento del diritto di voto. Parlando al Lincoln Memorial, Martin Luther King Jr. ha eloquentemente collocato la questione del voto, del progresso razziale e della democrazia nel contesto di quei tempi
Give us the ballot and we shall no longer have to worry the Federal government about our basic rights. Give us the ballot and we will by the power of our vote write the laws onā¦the statute books of the southern states and bring to an end the dastardly acts of the hooded perpetrators of violence. Give us the ballot and we will fill our legislative halls with men of goodwill. Give us the ballot and we will place judges on the benches of the South who will do justly and have mercy.
Gli sforzi di registrazione degli elettori basati sulla Chiesa Nera hanno dunque radici profonde che si estendono per decenni. Il Voter Education Project, attivo dal 1962 al 1992, ha giocato un ruolo significativo in questo contesto, collaborando con diverse organizzazioni, inclusi le denominazioni Nere come la Chiesa Episcopale Metodista Africana, le agenzie per i diritti civili e i sindacati, in progetti elettorali come "Operation Big Vote". Lavorando a stretto contatto con le organizzazioni per i diritti civili, le chiese hanno istituito comitati d'azione politica per promuovere il diritto di voto. In cittĆ come Detroit, sono emersi comitati come il Black Slate Political Action Committee e il Fannie Lou Hamer Political Action Committee, comunemente noti come "comitati d'azione politica basati sulla chiesa". Questi gruppi hanno svolto un ruolo cruciale nel lobby per i diritti dei cittadini svantaggiati durante le
Il movimento "Souls to the Polls" ĆØ un altro esempio di come le chiese Nere abbiano mobilitato gli elettori Afroamericani. Iniziato in Florida negli anni '90, il movimento organizzava carovane dopo il servizio domenicale per trasportare i congreganti ai seggi elettorali anticipati. Grazie a iniziative simili e alla costante attenzione della NAACP, delle denominazioni Nere e di altre organizzazioni, il tasso di affluenza degli elettori Afroamericani ĆØ aumentato significativamente, passando dal 40% nel 1960 al 60% nel 1984. La rielezione di Obama ha ottenuto il piĆ¹ alto tasso percentuale di affluenza degli elettori Neri, raggiungendo il 66,6% degli elettori Neri nel 2012 - 1 punto percentuale piĆ¹ alto rispetto all'affluenza degli elettori bianchi.
Tuttavia, il cammino verso la piena partecipazione politica non ĆØ stato privo di ostacoli. La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti nel 2013 di eliminare alcune disposizioni del Voting Rights Act ha creato nuove sfide: nuovi requisiti per l'identificazione degli elettori, riduzioni dei giorni di voto anticipato, la fine della registrazione il giorno delle elezioni, la privazione del diritto di voto ai cittadini con precedenti penali e la chiusura di oltre 1.600 seggi elettorali in tutto il paese. In risposta a queste sfide, si ĆØ verificato un rinnovato impegno per proteggere il diritto di voto, guidato da organizzazioni come la Chiesa Nera PAC. Iniziative come "Black Church 75", lanciata dalla Conferenza delle Chiese Nere Nazionali insieme ad altri gruppi di advocacy, mirano a massimizzare la partecipazione politica, con l'obiettivo di far registrare il 75% di tutti i membri della chiesa Nera.
Qualche Link alle Fonti
Un link affiliato al libro di Henry Louis Gates jr The Black Church, che ĆØ stato la mia fonte primaria per questo numero. I suoi documentari sono stati trasmessi da PBS: The Black Church, Making Black America Through the Grapevine e Gospel
Un interessante articolo su The Conversation sul ruolo della Black Church nella protezione del diritto di voto. Le ricerche del Pew sulla religiositĆ Black e sui Nones.
Ho approfondito la storia della Hip Hop Church co il libro di Christina Zanfagna Holy Hip Hop in the City of Angels E sul tema dellāHip-Hop e della Black Music, la newsletter a cui dovete iscrivervi ĆØ Mookie, curata da Fabio Germani, che attraverso la musica esplora aspetti cruciali della cultura, della societĆ e della politica negli States.
Save the Date
Ci vediamo Sabato 23 Marzo con il prossimo numero di The God Gap.
Il nostro viaggio nel panorama culturale, sociale e politico degli Stati Uniti e delle sue tante storie ed esperienze ci sta portando a mappare angoli diversi e molteplici punti di vista. Un pezzo alla volta stiamo cercando di farci una prima idea di quel caleidoscopio che ĆØ āLa Religione Americanaā, qualcosa chiaramente di inesistente e in realtĆ composito e variegato. Continueremo in questo viaggio che ĆØ ancora esplorativo, per poi essere in grado di raccontare tante storie specifiche e spaccati diversi.
Se vi sembra ne valga la pena, spargete la voce, grazie!
E intanto negli Stati Unitiā¦
Martedi prossimo, 5 Marzo, ĆØ il famoso Super Tuesday: 15 Stati e un territorio voteranno per le Primarie Repubblicane. Nikki Haley, nonostante sia molto distaccata da Trump sia nei sondaggi, sia nel conteggio dei delegati fin qui vinti (122 a 24), aveva assicurato che sarebbe rimasta in corsa fino a questa fatidica data e cosƬ ĆØ stato, nonostante importanti finanziatori che avevano sostenuto finora la sua campagna si siano infine ritirati.