In cui scopriamo che i Musulmani sono arrivati in quelli che sarebbero diventati gli Stati Uniti al tempo di Cristoforo Colombo (o prima?), ma faticano ancora a trovare posto nei media e nelle rappresentazioni.
Perché per quanto possa essere un argomento complesso e vasto, l’Islam Americano rimane anzitutto una realtà vitale e in crescita, nonostante le discriminazioni e la violenza che subisce.
Tre Fermoimmagine.
Nell'agosto scorso la città di New York ha stabilito che le moschee non necessiteranno di un'autorizzazione speciale per trasmettere l’adhan, ossia il richiamo alla preghiera, il venerdì e al calar del sole nel mese di Ramadan. Nel giugno del 2022, Minneapolis era stata la prima grande città degli Stati Uniti a consentire che l'adhan fosse trasmesso dalle moschee. “Il suono dell'adhan non è solo un invito alla preghiera; è un invito all'unità, alla riflessione e alla comunità," ha dichiarato Afaf Nasher, direttore esecutivo del capitolo di New York del Consiglio delle relazioni Americano-Islamiche. "Crediamo che questa azione contribuirà a una maggiore comprensione e apprezzamento dei valori e delle tradizioni della comunità musulmana”. La prima trasmissione pubblica documentata avvenne durante l'Esposizione Universale a Chicago nel 1893. La fiera presentava "Cairo Street", una popolare attrazione che cercava di ricreare una piccola sezione trasversale della vita del Cairo. Nello stesso anno, la chiamata alla preghiera fu trasmessa da una finestra del terzo piano dell'edificio della Union Square Bank a New York City. Dopo che John Lant, un convertito all'Islam e co-fondatore della Prima Società per lo Studio dell'Islam in America, fece l'adhan, si tenne una preghiera congregazionale prima che il gruppo procedesse con il primo incontro della società. Questo momento fu documentato dal New York Times: "Per la prima volta nella storia di New York, cosmopolita come è la città, il melodioso richiamo del muezzin, celebrato da ogni viaggiatore nei paesi musulmani, fu udito ieri mattina." La American Moslem Society, fondata a Dearborn, nel Michigan, nel 1938 è stata la prima moschea degli Stati Uniti a ottenere il diritto legale di trasmettere tutte e cinque le chiamate alla preghiera attraverso altoparlanti. A Hamtramck, la prima città a maggioranza musulmana d'America, l'adhan fu autorizzato dal governo locale nel 2004, quando un cambiamento dell'ordinanza sul rumore fu sottoposto a votazione cittadina. Dearborn è stata anche la prima città, lo scorso aprile, ad offrire l'Eid al-Fitr, una delle principali festività dell'Islam che segna la fine del Ramadan, come giorno festivo retribuito per i dipendenti comunali.
Come abbiamo ormai visto più volte nella nostra newsletter, l'atteggiamento di Biden nei confronti di Israele e delle guerra a Gaza sta costando al Presidente il supporto, tra gli altri, della comunità islamica, in particolare quella Araboamericana di diversi stati industriali del Midwest, primo fra tutti il Michigan, stato in bilico e casa di alcune comunità ampie e radicate come proprio quelle di Dearborn e Hamtramck. Certo è che il fronte repubblicano con Trump non appare molto più aperto nei confronti della comunità. All'indomani del suo insediamento nel 2017, Trump emanò il famigerato Muslim Ban per impedire l'accesso agli States da Paesi a maggioranza musulmana. Lo scorso ottobre, all'indomani dello scoppio della guerra, nel corso di un discorso in Iowa, Trump ha garantito che in caso di vittoria amplierà il divieto di ingresso ai musulmani e impedirà l'ingresso ai rifugiati provenienti da Gaza. Trump ha dichiarato di voler avviare immediatamente uno "screening ideologico" per tutti gli immigrati. Queste proposte, accolte con entusiasmo dai suoi sostenitori, segnano un'espansione significativa delle politiche sull'immigrazione già controverse del primo mandato di Trump. Trump ha a lungo attaccato gli Stati Uniti per accogliere immigrati da paesi che ha definito inferiori, in particolare in Africa e Medio Oriente, e ha detto alla folla che, durante la sua Presidenza, gli Stati Uniti difendevano Israele e "la civiltà e i valori giudeo-cristiani". "In seguito agli attacchi contro Israele, gli americani sono stati disgustati nel vedere il sostegno aperto ai terroristi tra le legioni di stranieri sui campus universitari. Stanno insegnando odio ai vostri figli", ha dichiarato. "Con la prossima amministrazione Trump, revocheremo i visti agli stranieri radicali anti-americani e antisemiti nei nostri college e università e li rimanderemo direttamente a casa.”
Intanto, se è vero che odio e divisioni crescono nel paese in generale e l'antisemitismo è tornato a essere una minaccia, ciò che non è mai scomparso è l’Islamofobia. Lo scorso ottobre, un uomo di 71 anni ha accoltellato 26 volte un bambino di 6 anni e aggredito anche la madre, colpendoli nella loro casa. Il fatto è avvenuto in Illinois, nell’area urbana di Chicago, l’aggressore era il proprietario di casa della famiglia, che era musulmana e di origine palestinese. L’uomo, è stato detto, era ossessionato dal recente scoppio della guerra a Gaza, nutriva odio nei confronti dei musulmani e per questo voleva cacciare i suoi affittuari. Durante l’attacco avrebbe gridato “Voi musulmani dovete morire tutti”. Il bambino è stato descritto dai compagni di classe e dagli amici come un All-American Boy. Ma le minacce, le violenze e gli atti d’odio contro gli Americani Musulmani hanno continuato a ripetersi negli ultimi mesi. Nei primi venti giorni dopo il 7 Ottobre, il Consiglio per le relazioni Americano-Islamiche ha ricevuto 774 segnalazioni di richieste d’aiuto e episodi di violenza e discriminazioni, un aumento del 182% rispetto allo stesso periodo l’anno precedente. La situazione è percepita simile se non peggiore a quella vissuta dagli Americani Musulmani dopo l’11 Settembre o dopo il Muslim Ban. Anche i (pochi) membri del congresso di fede islamica hanno denunciato l'aumento delle minacce di morte ricevute. Le deputate democratiche Ilhan Omar, rappresentante per lo Stato del Minnesota di origine somale, e Rashida Tlaib, di origini palestinese e proveniente dal Michigan, hanno dichiarato di sentirsi in pericolo e di essere preoccupate anche per le loro famiglie. Per tutta risposta, la deputata Lauren Boebert, Repubblicana del Colorado, le ha definite “Jihad squad", Marjorie Taylor Greene, Repubblicana della Georgia, le ha soprannominate "Hamas caucus", e il braccio ufficiale della campagna dei Repubblicani alla Camera ha etichettato la coppia come "portavoce di Hamas".
Composizione della Comunità
Una domanda a bruciapelo: quanti sono secondo voi i Musulmani negli Stati Uniti? E in Italia?
I Musulmani negli Stati Uniti sono quasi il doppio che in Italia, ma da noi rappresentano il 4,9% della popolazione (circa 2,7 milioni nel 2020), negli Stati Uniti appena l’1,3%. Confesso che quando ho realizzato questi numeri la prima volta sono rimasta stupita.
Nel 2017, il Pew Research Center stimava che circa 3,45 milioni di musulmani vivessero negli Stati Uniti, un numero cresciuto, secondo il Religious Census del 2020, a 4,45 milioni, l'1,3% della popolazione. La storia dell’Islam negli Stati Uniti è antica (come abbiamo velocemente menzionato nello scorso numero della newsletter) e complessa, composta da molte anime e vicende diverse. La stessa comunità Musulmana negli Stati Uniti è una realtà in continua crescita e cambiamento, ricca di diversità interna.
La comunità è composta principalmente da immigrati e figli di immigrati provenienti da tutto il mondo. Circa tre quarti dei Musulmani Americani lo sono: il 58% sono di prima generazione, nati in un altro paese. Un ulteriore 18% sono Americani di seconda generazione, nati negli Stati Uniti da almeno un genitore immigrato. Un quarto dei Musulmani Americani sono nativi degli Stati Uniti con genitori anch'essi nati negli Stati Uniti.
Circa il 55% dei Musulmani negli Stati Uniti sono sunniti, mentre i Musulmani sciiti rappresentano circa il 16%. Il resto non si identifica con nessuno dei due gruppi, inclusi alcuni che si considerano Musulmani non denominazionali. Nonostante livelli di istruzione simili alla media americana, i Musulmani riportano redditi più bassi.
Tra gli adulti Musulmani nati all'estero, la maggior parte proviene dal Sud Asia (35%), seguito dalla regione Asia-Pacifico, Medio Oriente-Nord Africa, Africa subsahariana, Europa e altre parti delle Americhe. Nessun paese rappresenta più del 15% degli immigrati Musulmani adulti negli Stati Uniti, con le maggiori provenienze che includono Pakistan, Iran, India, Afghanistan, Bangladesh, Iraq, Kuwait, Siria ed Egitto. Si è assistito a un aumento significativo degli immigrati Musulmani negli ultimi decenni, con circa il 30% di essi che sono arrivati negli Stati Uniti dal 2010. La grande maggioranza dei Musulmani negli Stati Uniti (82%) sono cittadini americani, con il 69% degli adulti Musulmani nati all'estero che sono diventati cittadini naturalizzati.
La comunità Musulmana negli Stati Uniti si presenta dunque con una vasta gamma di appartenenze etniche. Una pluralità (41%) è identificata nelle statistiche come Bianca, inclusi coloro di provenienza Araba, Medio-orientale, Persiana/Iraniana. Circa un terzo sono Asiatici (28%), mentre un quinto sono Neri (20%).
Musulmani Afroamericani
I Musulmani Afroamericani rappresentano il 20% del totale della popolazione Musulmana Americana, e il 3% del totale della popolazione Afroamericana. Sono dunque circa un milione di persone. La comunità Musulmana Afroamericana ha una storia lunga e complessa. Nei decenni a metà del Novecento è stata protagonista dei movimenti per i diritti civili e l’emancipazione, in particolare attraverso il movimento chiamato Nazione dell’Islam, emerso a Detroit negli anni Trenta, di cui Malcolm X fu un dei leader tra anni Cinquanta e Sessanta prima di allontanarsene. Tuttavia rimane ancora, al di là dei grandi personaggi impressi nell'immaginario collettivo e nella storia della comunità, largamente poco conosciuta e rappresentata.
La scrittrice Aaliyah Bilal ha definito la sua esperienza di Americana Nera Musulmana, cresciuta negli anni Novanta, come priva di reale rappresentazione: pressoché assente nella cultura pop e invisibile tanto sugli schermi quanto nell’immaginario comune. In compenso, nota Bilal, i musulmani, pur rappresentando l’1% della popolazione generale, rappresentano il 6% della popolazione carceraria. Spesso le conversioni avvengono nelle stesse prigioni.
Musulmani Araboamericani, Iranianoamericani e altri “Bianchi”
Un tema rilevante, dal punto di vista demografico, per quel che concerne gli Americani Musulmani non Black o di origine Asiatica, è quello del riconoscimento. Circa 3 milioni di persone di origine sud-occidentale asiatica, mediorientale o nordafricana vivono negli Stati Uniti, secondo un'analisi fatta dal Los Angeles Times sui dati del Bureau del censimento degli Stati Uniti. Si tratta di persone le cui origini risalgono a una regione che va dalla Mauritania alle montagne dell'Afghanistan. Nei sondaggi censuari, più dell'80% di questo gruppo si è definito Bianco, ha scoperto l'analisi del Times. Le alternative, infatti, erano White, Black, Asian, American Indian and Native Hawaiian.
Le comunità Arabe e Iraniane da anni hanno fatto pressioni sul bureau per creare una categoria separata per le persone di origine Mediorientale o Nordafricana. L’amministrazione Obama aveva preso in considerazione proposte per porre domande sulla razza e sull'etnia in modo diverso, cambiando non solo il modo in cui il governo avrebbe contato la comunità del Medio Oriente, ma anche la popolazione Latina. Nel 2018, tuttavia, il bureau ha annunciato che non avrebbe incluso una categoria "MENA". Invece, il prossimo sondaggio chiederà ai partecipanti che hanno selezionato "Bianco" o "Nero" di specificare le proprie "origini". Libanese ed Egiziano saranno ad esempio tra le proposte sotto “Bianco”.
Musulmani Asiaticoamericani
Circa il 6% degli Asiatici Americani afferma che la propria religione è l'Islam. Un ulteriore 3% afferma di sentirsi vicino all'Islam per motivi come l'origine familiare o la cultura, piuttosto che per motivi religiosi. Tuttavia circa un quarto di Asiatici Americani che fanno risalire le loro origini all’Asia Meridionale (India e Pakistan) sostiene di avere una qualche connessione, famigliare o culturale, con l’Islam. Le persone di origine Asiatica negli Stati Uniti sono oggetto di forti discriminazioni, e la minoranza Musulmana assomma su di sé un duplice ‘stigma’.
Secondo un’indagine del Pew Reach Center, circa sei su dieci adulti Americani di origine Asiatica (58%) dichiarano di aver subito discriminazioni razziali o di essere stati trattati in modo ingiusto a causa della loro etnia. Ma i Musulmani Americani Asiatici sono più propensi di tutti gli altri gruppi religiosi - tra cui Induisti, coloro che non hanno un'affiliazione religiosa, Cristiani e Buddisti - a dichiarare di essere stati fermati in un posto di controllo di sicurezza. Gli atteggiamenti anti- Musulmani e la crescita dei controlli sono aumentati dopo l’11 Settembre, ma hanno continuato a crescere da allora. Sondaggi del Pew hanno rilevato che dal 2007 al 2017, la quota di Americani Musulmani che hanno personalmente subito discriminazioni è aumentata.
Storia
La presenza dei Musulmani nell'America del Nord risale a prima della nascita del commercio degli schiavi atlantici. Lo storico Kambiz GhaneaBassiri ha ricostruito nel suo libro A History of Islam in America la storia dei Musulmani negli Stati Uniti e le diverse ondate di migrazione e conversione lungo cinque secoli, dall'America coloniale e prime della Guerra Civile, attraverso le guerre mondiali e le lotte per i diritti civili, fino all'era contemporanea.
Mentre non esiste evidenza, come invece alcuni studi ritenuti poco validi sostengono, che suggerisca una presenza musulmana pre-Colombo, la storia dell'Islam in America ha comunque inizio prima del commercio degli schiavi, nel contesto delle prime rivalità imperiali e commerciali che hanno plasmato il mondo atlantico dell'età moderna. Durante i secoli XV e XVI gli imperi europei navigavano lungo le coste dell'Africa e attraverso l'Atlantico per stabilire nuove rotte commerciali che evitassero i territori controllati dai Musulmani nell'Asia occidentale e nell'Africa settentrionale. Mentre gli Europei conquistavano e colonizzavano le Americhe, emerse un mondo atlantico che triangolava Africa, Europa e Americhe attraverso relazioni mercantili e reti imperiali. I Musulmani del Nord e dell'Ovest dell'Africa furono attivi partecipanti in questo triangolo. Le prove esistenti della storia più antica dell'Islam in America sono scarse. Possediamo principalmente informazioni sparse su individui le cui vite o circostanze straordinarie attirarono l'attenzione dei contemporanei euro-americani.
Molti storici sostengono che i primi Musulmani provenissero dalla regione africana del Senegal all'inizio del XIV secolo. Si ritiene che fossero mori, espulsi dalla Spagna, che si diressero verso i Caraibi e forse verso il Golfo del Messico. I primi Musulmani portati come schiavi arrivarono nel XVI secolo, molti provenienti dall'Africa occidentale. Nel Nuovo Mondo, secondo gli studiosi, dal 10 al 20% degli schiavi erano Musulmani. Tuttavia, praticare la loro fede apertamente era vietato, e nonostante sia sopravvissuto per qualche tempo in segreto, l’Islam arrivato negli Stati Uniti tramite quella via si è per lo più perso.
Tra il 1878 e il 1924, circa 60.000 immigrati Musulmani arrivarono dall'Europa orientale, dal Sud Asia e dal Medio Oriente, in particolare dalla Siria e dal Libano. Arrivarono in un momento di grandi cambiamenti nella società americana derivanti dall'emancipazione degli schiavi, dall'incremento dell'immigrazione, dall'industrializzazione e dall'urbanizzazione. Molti si stabilirono in Ohio, Michigan, Iowa e nei Dakota. Come la maggior parte degli altri migranti, cercavano maggiori opportunità economiche rispetto alla loro terra d'origine e spesso lavoravano come lavoratori manuali. Uno dei primi grandi datori di lavoro di Musulmani e Neri fu la Ford Company: queste erano spesso le uniche persone disposte per necessità a lavorare nelle condizioni pericolose e difficili delle fabbriche. Nel 1924 una legge sull'immigrazione vietò l'ingresso alle persone provenienti dall'Asia e solo nel 1965 iniziò una nuova fase migratoria, quando nuove legislazioni riaprirono gli Stati Uniti.
La presenza dell'Islam a Detroit, ad esempio, una delle comunità più grandi e storiche d’America, risale ai primi del 1900, quando migliaia di Musulmani provenienti dall'Europa orientale, dall'Impero Ottomano e dall'India britannica arrivarono in città. Nel 1921 costruirono la prima Moschea del paese ad Highland Park, chiusa poi nel 1926. Entro gli anni '50, Musulmani di origini Albanesi, Arabe, sud-asiatiche nonché Afroamericani avevano tutti costruito loro Moschee e associazioni religiose nella città. È nello stesso contesto che la Grande Migrazione degli Afroamericani verso il Nord contribuì a incoraggiare non solo la crescita movimenti nazionalisti Neri e per i diritti civili, ma anche la rinascita dell’Islam Black come strumento di empowerment, orientato a ripristinare la cultura e la fede che furono distrutte durante l'era della schiavitù. È proprio a Detroit infatti, come abbiamo detto, che nasce la Nation of Islam, fondata da Wallace Fard Muhammad, uno dei movimenti più rilevanti del Nazionalismo Black e per le lotte per l'emancipazione.
Islamofobia e Rappresentazioni
Dopo l'11 Settembre, le discriminaizoni e la paura nei confronti dei Musulmani e dell'Islam hanno subito un aumento significativo negli Stati Uniti. Le rappresentazioni dei Musulmani nei media e nella cultura popolare hanno spesso contribuito a perpetuare stereotipi negativi. Prima degli attacchi dell'11 settembre, i Musulmani erano spesso raffigurati in ruoli stereotipati o marginalizzati nei film, nelle serie TV e nei media in generale. Dopo gli attacchi, questa rappresentazione si è intensificata, con una maggiore enfasi sui personaggi Musulmani come potenziali minacce o terroristi. Due studi pubblicati nel 2021 e condotti da Pillars Fund, una fondazione statunitense che si occupa di supportare lo sviluppo degli Americani Musulmani nei media e nella comunicazione, hanno analizzato oltre 200 film e 200 serie TV tra quelli di maggior successo negli Stati Uniti, oltre che in Australia e nel Regno Unito, tra il 2017 e il 2019 esaminando la frequenza e il tipo di rappresentazioni dei Musulmani. Lo studio ha rilevato che, di oltre 9mila ruoli parlanti, solo il 2% erano Musulmani e di questi solo un quarto erano donne. Oltre il 90% dei prodotti analizzati non comprendeva nemmeno un personaggio Musulmano. Altre ricerche hanno mostrato come, anche quando presenti, le rappresentazioni dei Musulmani sono state, ancora in tempi recenti, spesso per lo più stereotipate, riconducibili a ruoli che Jack Shaheen identifica come villains, sheikhs, maidens e comparse. Sebbene in tempi più recenti questi trend abbiano cominciato a cambiare, questo è per lo più dovuto all’affacciarsi sulla scena di autori Musulmani che riescono a produrre e proporre narrazioni più realistiche e autentiche, basti pensare nel solo contesto della serialità a due show come Ramy e Mo. Ci torneremo.
Ma ancora più rilevante e grave è che queste rappresentazioni distorte riguardino non solo la fiction, ma anche l'informazione. Due ricercatori di Scienze Politiche e Comunicazione, Erik Bleich e A. Maurits van der Veen, hanno analizzato oltre 200mila articoli di quotidiani che mezionavano l’Islam e i Musulmani su 17 giornali locali e nazionali in un arco di tempo compreso tra il 1996 e il 2016. Basandosi su ricerche precedenti che hanno riscontrato la prevalente rappresentazione negativa sui media dei Musulmani e dell’Islam come associato alla violenza, i due ricercatori si sono chiesti se gli articoli che trattano di Musulmani e dell'Islam includano rappresentazioni più negative rispetto alla media degli articoli giornalistici e se le rappresentazioni mediatiche dei musulmani sono più negative rispetto agli articoli che trattano altre religioni. Quel che hanno scoperto è che l’articolo medio che menziona i Musulmani o l’Islam negli Stati Uniti è più negativo dell’84% degli articoli del campione casuale. Ciò significa che bisogna leggere sei articoli sui giornali statunitensi per trovarne uno tanto negativo quanto l’articolo medio che riguarda i Musulmani. Gli articoli che menzionano i Musulmani, inoltre, hanno anche molte più probabilità di essere negativi rispetto alle storie che toccano qualsiasi altro gruppo religioso. Per Cattolici, Ebrei e Induisti, la proporzione tra articoli positivi e negativi è vicina al 50-50. Al contrario, l’80% di tutti gli articoli relativi ai Musulmani sono negativi.
La ricerca dunque mostra che i media non sono inclini a pubblicare storie negative quando scrivono di altre religioni minoritarie, ma è molto probabile che lo facciano quando scrivono sui Musulmani. I ricercatori hanno peraltro esteso la ricerca a Canada, Regno Unito e Australia ottenendo risultati sovrapponibili.
Il problema dell'Islamofobia è dunque qualcosa di ben presente e anche radicato nella società Statunitense (e Occidentale più in generale), che vive fasi di maggior esplosione o risacca, ma resta una minaccia concreta. E come ha scritto Carl W. Ernst, docente di Studi Islamici alla University of North Carolina at Chapel Hill in apertura del volume da lui curato ormai una decina d’anni fa Islamophobia in America. The Anatomy of Intolerance, l’Islamofobia, come molti altri conflitti che sfociano nella violenza propri della società Americana, ha a che fare con una battaglia in corso sulla natura e le trasformazioni dell’identità Americana, un conflitto che si nutre, scrive Ernst, in un “pozzo profondo di amarezza verso le minoranze razziali e religiose”.
Qualche Link alle Fonti
Link affiliato al libro dello storico Kambiz GhaneaBassiri A History of Islam in America: From the New World to the New World Order
AP News Muslim call to prayer arrives to Minneapolis soundscape
The Conversation Minneapolis recently became the first major U.S. city to allow the “adhan,” or Muslim call to prayer, to be broadcast from mosques five times a day.
AP News Muslim call to prayer can now be broadcast publicly in New York City without a permit
Guardian Trump vows to expand Muslim ban and bar Gaza refugees if he wins presidency
TIME How Dearborn, Michigan Became the First U.S. City to Make Eid a Paid Holiday
NBC News Muslim members of Congress face spikes in death threat
NBC News For Muslim Americans, a spike in hate incidents feels reminiscent of post 9/11 Islamophobia
The Conversation Yes, Muslims are portrayed negatively in American media — 2 political scientists reviewed over 250,000 articles to find conclusive evidence
Un link affiliato alla ricerca sulle rappresentazioni nei quotidiani, il libro Covering Muslims: American Newspapers in Comparative Perspective di Erik Bleich e A. Maurits van der Veen
Lo studio sulle rappresentazioni nei film e nelle serie TV
E un link affiliato al libro di Ernst Islamophobia in America. The Anatomy of Intolerance
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